[ Pobierz całość w formacie PDF ]
.LIXE perché aveva pur quivi rispettod usar le forze alla scoperta seco,dov era tanto populo, in conspettode principi e baron che v eran meco;pur pensai di sforzarlo, ma l effettocoprire, e lui far in vederlo cieco;e mezzo a questo un cavalier trovai,il qual molt era suo, ma mio più assai.LXA preghi miei, costui gli fe vederecom era mal accorto e poco saggioa tener dov io fossi la mogliere,che sol studiava in procacciargli oltraggio;e saria più laudabile parere,tosto che m accadesse a far viaggioLetteratura italiana Einaudi 142Ludovico Ariosto - I cinque cantida un loco a un altro, com era mia usanza,di salvar quella in più sicura stanza.LXICòrre il tempo potea la prima voltache, per non ritornar la sera, andassi:che spesso aveva in uso andar in voltaper riparar, per riveder i passi.Gualtier (che così avea nome) l ascolta,né vuol ch indarno il buon consiglio passi:pensa mandarla in Scozia, ove di quellail padre era signor di più castella.LXIIQuindi segretamente alcune somede le sue miglior cose in Scozia invia.Io do la voce d ir a Londra; e, comemi par il tempo, un di mi metto in via;et ei con Cinzia sua (che così ha nome),senza sospetto di trovar tra viacosa ch all andar suo fosse molesta,del castello esce, et entra in la foresta.LXIIICon donne e con famigli disarmatila via più dritta inverso Scozia prese:non molto andò, che cadde negli aguati,ne l insidie che i miei li avean già tese.Avev io alcuni miei fedel mandati,che co visi coperti in strano arneseLetteratura italiana Einaudi 143Ludovico Ariosto - I cinque cantigli furo adosso, e tolser la consorte,e a lui di grazia fu campar da morte.LXIVQuella portano in fretta entro una torre,fuor de la gente, in loco assai rimotodonde a me senza indugio un messo corre,il qual mi fa tutto il successo noto.Io già avea detto di volermi tòrrede l isola; e la causa di tal motoera, ch udiva esser Rinaldo a Carlofatto nemico, et io volea aiutarlo.LXVAlli amici fo motto; e, come io vogliapassar quel giorno, inverso il mar mi movo;poi mi nascondo, et armi muto e spoglia,e piglio a miei servigi un scudier novo;e per le selve ove meno ir si soglia,verso la torre ascosa via ritrovo;e dove è più solinga e strana et erma,incontro una donzella che mi ferma,LXVIe dice: Astolfo, giovaràtti pocoche mi chiamò per nome andar di piatto;che ben sarai trovato, e a tempo e a locoti punirà quello a chi ingiuria hai fatto.Così dice; e ne va poi come focoche si vede pel ciel discorrer ratto:Letteratura italiana Einaudi 144Ludovico Ariosto - I cinque cantila vuo seguir; ma sì corre, anzi vola,che replicar non posso una parola.LXVIIE se n andò quel dì medesimo ancoa ritrovar Gualtiero afflitto e mesto,che per dolor si battea il petto e l fianco,e gli fe tutto il caso manifesto:non già ch alcun me lo dicessi, e mancoche con gli occhi i l vedessi, io dico questo;ma, così, discorrendo con la mente,veggo che non puote esser altramente.LXVIIIConietturando, similmente, seppiesser costei d Alcina messaggera;che dal dì ch io mi sciolsi dai suoi ceppi,sempre venuta insidiando m era.Come ho detto, costei Gualtier pei greppipianger trovò di sua fortuna fiera;né chi offeso l avea gli mostra solo,ma il modo ancor di vendicar suo duolo.LXIXE lo pon, come suol porre alla postail mastro de la caccia i spiedi e i cani;e tanto fa, ch un mio corrier, ch in postamandav a Antona, gli fa andar in mani.Io scrivea a un mio, ch ivi tenea a mia postaun legno per portarmi agli Aquitani,Letteratura italiana Einaudi 145Ludovico Ariosto - I cinque cantiil giorno ch io volea che fosse a puntoin certa spiaggia per levarmi giunto.LXXNé in Antona volea né in altro porto,per non lasciar conoscermi, imbarcarmi:del segno ancora io lo faceva accortocol qual volea dal lito a lui mostrarmi,acciò stando sul mar tuttavia sortomandasse il palischermo indi a levarmi;et, all incontro, il segno che dovessifar egli a me in la lettera gli espressi.LXXIBen fu Gualtier de la ventura lieto,che si gli apria la strada alla vendetta.Fe che tornar non poté il messo, e, cheto,dov era un suo fratel se n andò in fretta,e lo pregò che gli armasse in segretoun legno di fedele gente eletta.Avuto il legno, il buon Gualtiero corseal capo di Lusarte, e quivi sorse.LXXIIVicino a questo mar sedea la rocca,dove aspettava in parte assai selvaggia,sì ch apparir veggo lontan la coccacol segno da me dato in su la gaggia:io, d altra parte, quel ch a me far toccagli mostro da la torre e da la spiaggia.Letteratura italiana Einaudi 146Ludovico Ariosto - I cinque cantiManda Gualtier lo schiffo, e me raccoglie,et un scudier c ho meco, e la sua moglie.LXXIIINé sé né alcun de suoi ch io conoscessiprima scopersi che sul legno fui;ove lasciando a pena ch io dicessi: Dio aiutami , pigliar mi fece ai sui,che come vespe e galavroni spessimi s aventaro; e, comandando lui,in mar buttarmi, ove già questa fera,come Alcina ordinò, nascosa s era.LXXIVCosì l peccato mio brutto e nefando,degno di questa e di più pena molta,m ha chiuso qui, onde di come e quandoio n abbia a uscir, ogni speranza è tolta;quella protezion tutta levando,che san Giovanni avea già di me tolta.Poi ch ebbe così detto, allentò il frenoAstolfo al pianto, e bagnò il viso e l seno.LXXVRuggier, che come lui non era immersosì nel dolor, ma si sentia più sorto,gli studiava, inducendogli alcun versode la Scrittura, di trovar conforto. Non è dicea del Re de l universo,l intenzion che l peccator sia morto,Letteratura italiana Einaudi 147Ludovico Ariosto - I cinque cantima che dal mar d iniquitadi a rivaritorni salvo, e si converti e viva.LXXVICosa umana è a peccar; e pur si leggeche sette volte il giorno il giusto cade;e sempre a chi si pente e si correggeritorna a perdonar l Alta bontade:anzi, d un peccator che fuor del greggeabbi errato, e poi torni a miglior strade,maggior gloria è nel regno degli eletti,che di novantanove altri perfetti.LXXVIIPer far nascer conforto, cotal semeil buon Ruggier venìa spargendo quivi;poi ricordava ch altra volta insiemed Alcina in Oriente fur captivi;e come di là usciro, anco aver spemedovean d uscir di questo carcer vivi. S allora io fui dicea degno d aita,or ne son più, che son miglior di vita [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]
zanotowane.pl doc.pisz.pl pdf.pisz.pl matkasanepid.xlx.pl
.LIXE perché aveva pur quivi rispettod usar le forze alla scoperta seco,dov era tanto populo, in conspettode principi e baron che v eran meco;pur pensai di sforzarlo, ma l effettocoprire, e lui far in vederlo cieco;e mezzo a questo un cavalier trovai,il qual molt era suo, ma mio più assai.LXA preghi miei, costui gli fe vederecom era mal accorto e poco saggioa tener dov io fossi la mogliere,che sol studiava in procacciargli oltraggio;e saria più laudabile parere,tosto che m accadesse a far viaggioLetteratura italiana Einaudi 142Ludovico Ariosto - I cinque cantida un loco a un altro, com era mia usanza,di salvar quella in più sicura stanza.LXICòrre il tempo potea la prima voltache, per non ritornar la sera, andassi:che spesso aveva in uso andar in voltaper riparar, per riveder i passi.Gualtier (che così avea nome) l ascolta,né vuol ch indarno il buon consiglio passi:pensa mandarla in Scozia, ove di quellail padre era signor di più castella.LXIIQuindi segretamente alcune somede le sue miglior cose in Scozia invia.Io do la voce d ir a Londra; e, comemi par il tempo, un di mi metto in via;et ei con Cinzia sua (che così ha nome),senza sospetto di trovar tra viacosa ch all andar suo fosse molesta,del castello esce, et entra in la foresta.LXIIICon donne e con famigli disarmatila via più dritta inverso Scozia prese:non molto andò, che cadde negli aguati,ne l insidie che i miei li avean già tese.Avev io alcuni miei fedel mandati,che co visi coperti in strano arneseLetteratura italiana Einaudi 143Ludovico Ariosto - I cinque cantigli furo adosso, e tolser la consorte,e a lui di grazia fu campar da morte.LXIVQuella portano in fretta entro una torre,fuor de la gente, in loco assai rimotodonde a me senza indugio un messo corre,il qual mi fa tutto il successo noto.Io già avea detto di volermi tòrrede l isola; e la causa di tal motoera, ch udiva esser Rinaldo a Carlofatto nemico, et io volea aiutarlo.LXVAlli amici fo motto; e, come io vogliapassar quel giorno, inverso il mar mi movo;poi mi nascondo, et armi muto e spoglia,e piglio a miei servigi un scudier novo;e per le selve ove meno ir si soglia,verso la torre ascosa via ritrovo;e dove è più solinga e strana et erma,incontro una donzella che mi ferma,LXVIe dice: Astolfo, giovaràtti pocoche mi chiamò per nome andar di piatto;che ben sarai trovato, e a tempo e a locoti punirà quello a chi ingiuria hai fatto.Così dice; e ne va poi come focoche si vede pel ciel discorrer ratto:Letteratura italiana Einaudi 144Ludovico Ariosto - I cinque cantila vuo seguir; ma sì corre, anzi vola,che replicar non posso una parola.LXVIIE se n andò quel dì medesimo ancoa ritrovar Gualtiero afflitto e mesto,che per dolor si battea il petto e l fianco,e gli fe tutto il caso manifesto:non già ch alcun me lo dicessi, e mancoche con gli occhi i l vedessi, io dico questo;ma, così, discorrendo con la mente,veggo che non puote esser altramente.LXVIIIConietturando, similmente, seppiesser costei d Alcina messaggera;che dal dì ch io mi sciolsi dai suoi ceppi,sempre venuta insidiando m era.Come ho detto, costei Gualtier pei greppipianger trovò di sua fortuna fiera;né chi offeso l avea gli mostra solo,ma il modo ancor di vendicar suo duolo.LXIXE lo pon, come suol porre alla postail mastro de la caccia i spiedi e i cani;e tanto fa, ch un mio corrier, ch in postamandav a Antona, gli fa andar in mani.Io scrivea a un mio, ch ivi tenea a mia postaun legno per portarmi agli Aquitani,Letteratura italiana Einaudi 145Ludovico Ariosto - I cinque cantiil giorno ch io volea che fosse a puntoin certa spiaggia per levarmi giunto.LXXNé in Antona volea né in altro porto,per non lasciar conoscermi, imbarcarmi:del segno ancora io lo faceva accortocol qual volea dal lito a lui mostrarmi,acciò stando sul mar tuttavia sortomandasse il palischermo indi a levarmi;et, all incontro, il segno che dovessifar egli a me in la lettera gli espressi.LXXIBen fu Gualtier de la ventura lieto,che si gli apria la strada alla vendetta.Fe che tornar non poté il messo, e, cheto,dov era un suo fratel se n andò in fretta,e lo pregò che gli armasse in segretoun legno di fedele gente eletta.Avuto il legno, il buon Gualtiero corseal capo di Lusarte, e quivi sorse.LXXIIVicino a questo mar sedea la rocca,dove aspettava in parte assai selvaggia,sì ch apparir veggo lontan la coccacol segno da me dato in su la gaggia:io, d altra parte, quel ch a me far toccagli mostro da la torre e da la spiaggia.Letteratura italiana Einaudi 146Ludovico Ariosto - I cinque cantiManda Gualtier lo schiffo, e me raccoglie,et un scudier c ho meco, e la sua moglie.LXXIIINé sé né alcun de suoi ch io conoscessiprima scopersi che sul legno fui;ove lasciando a pena ch io dicessi: Dio aiutami , pigliar mi fece ai sui,che come vespe e galavroni spessimi s aventaro; e, comandando lui,in mar buttarmi, ove già questa fera,come Alcina ordinò, nascosa s era.LXXIVCosì l peccato mio brutto e nefando,degno di questa e di più pena molta,m ha chiuso qui, onde di come e quandoio n abbia a uscir, ogni speranza è tolta;quella protezion tutta levando,che san Giovanni avea già di me tolta.Poi ch ebbe così detto, allentò il frenoAstolfo al pianto, e bagnò il viso e l seno.LXXVRuggier, che come lui non era immersosì nel dolor, ma si sentia più sorto,gli studiava, inducendogli alcun versode la Scrittura, di trovar conforto. Non è dicea del Re de l universo,l intenzion che l peccator sia morto,Letteratura italiana Einaudi 147Ludovico Ariosto - I cinque cantima che dal mar d iniquitadi a rivaritorni salvo, e si converti e viva.LXXVICosa umana è a peccar; e pur si leggeche sette volte il giorno il giusto cade;e sempre a chi si pente e si correggeritorna a perdonar l Alta bontade:anzi, d un peccator che fuor del greggeabbi errato, e poi torni a miglior strade,maggior gloria è nel regno degli eletti,che di novantanove altri perfetti.LXXVIIPer far nascer conforto, cotal semeil buon Ruggier venìa spargendo quivi;poi ricordava ch altra volta insiemed Alcina in Oriente fur captivi;e come di là usciro, anco aver spemedovean d uscir di questo carcer vivi. S allora io fui dicea degno d aita,or ne son più, che son miglior di vita [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]